Black, Grey e White Hat : e se la SEO fosse solo una questione di sfumature?

Nel nostro articolo come e perché creare un PBN, abbiamo spiegato che l’uso di un PBN è a volte considerato un metodo SEO un po’ black hat. Ma cosa significa? Black, grey o white hat, vi diciamo tutto quello che c’è da sapere!

SEO White hat: il posizionamento rispettando le regole

Il white hat SEO è una tecnica SEO che consiste nel rispettare le regole di utilizzo imposte dai motori di ricerca (che nel 99% dei casi sono le regole di Google).

LA SEO WHITE HAT, PRIMA DELLA CLASSE

Facciamo una semplice analogia: mettere in pratica la SEO white hat equivale a essere un allievo modello in una classe. Studi, fai i compiti, ti applichi per migliorare la calligrafia e partecipi in classe, sapendo che tutti questi sforzi ti renderanno uno degli allievi preferiti del professore (Google in questo caso). 👩🏻‍🏫

Nella stessa classe ci sono però anche allievi che preferiscono ricorrere a tecniche che definiremo blck hat SEO: non studiano, imbrogliano durante gli esami, comprano le dissertazioni su internet o le fanno scrivere dai compagni più bravi.
Ciononostante, ottengono risultati altrettanto buoni, se non migliori di quelli ottenuti grazie al metodo classico, ma con molti meno sforzi (anche se…). Fino a che non si lasciano sorprendere con le mani nel sacco, il professore non può punirli per il loro comportamento.

SEO WHITE HAT= SERENITÀ

Questo paragone è piuttosto simile a quello che avviene nel posizionamento naturale, tra i cavalieri bianchi e i cavalieri neri della SEO. Le tecniche SEO white hat richiedono molto lavoro ma permettono di essere molto più sereni quando un nuovo update degli algoritmi Google è lanciato. Google infatti non vuole punire gli studenti modello, cerca piuttosto di ostacolare gli imbroglioni. Certamente, qualcuno riesce comunque a filarsela attraverso le maglie della rete per un certo periodo, ma è rischioso.

Gli esperti del posizionamento che usano solo tecniche SEO white hat sono in realtà molto rari. Trascurando certe tecniche un po’ meno chiare, diventa sempre più complicato meglio posizionarsi nella SERP (Search Engine Results Pages), perché, come è precisato in questo articolo, i backlink sono molto importanti per l’attuale algoritmo di Google. Ottenere dei link reali che puntino al proprio sito richiede parecchio tempo e molta pazienza. È per questa ragione che è necessario a volte ricorrere ad altre tecniche SEO un po’ più “aggressive” per accelerare il processo e giocare nello stesso campo della concorrenza…

 
Qualche esempio di tecnica SEO white hat:

– Ottimizzare la struttura del proprio sito per renderlo più leggibile per i crawlers
– Ottimizzare l’esperienza utente
– Fare del “guest blogging”
– Creare contenuto di ottima qualità o molto interessante per ottenere dei link verso il proprio sito, per esempio pubblicando dei contenuti evergreen.
– Creare contenuto di qualità riflettendo su una strategia a medio/lungo termine.

SEO Grey Hat: la via di mezzo

La SEO grey hat è una versione un po’ più “piccante” della SEO White hat per ottimizzare più rapidamente la propria strategia di posizionamento, senza tuttavia ricorrere a metodi poco ortodossi o, al contrario, accogliere a braccia aperte le linee guida di Google.

Per esempio, con la SEO grey hat si potrà forzare un po’ la creazione di backlink contattando altri siti pertinenti perché aggiungano un link verso il nostro, postando dei link nei commenti di altri siti ma non si acquisteranno questi link. Si potrà creare una grande quantità di contenuti ma ci si assicurerà di garantire un certo livello di qualità e di sostanza, in accordo con una strategia editoriale e di posizionamento. Non si farà necessariamente ricorso allo “spun content” che consiste nel riprendere del contenuto già esistente cambiando leggermente la formulazione di certe frasi perché Google non le classifichi come contenuto dupplicato.

UNA SPINTARELLA AL POSIZIONAMENTO NATURALE

La SEO grey hat, è l’allievo della classe che di tanto in tanto chiede un aiutino al compagno durante un esame o che copia i compiti di un compagno prima della lezione quando non si è impegnato a farli a casa. Se lo fa in modo giudizioso e discreto, il professore non se ne accorgerà mai.

La SEO grey hat è quindi un modo per accelerare il processo naturale di posizionamento. Queste tecniche non vanno esattamente nella direzione delle condizioni di utilizzo di Google. Danno semplicemente una spintarella alla creazione naturale di link per migliorare il posizionamento nella SERP. Utilizzare tecniche SEO grey hat permette di restare competitivi in termini di posizionamento davanti alla concorrenza perché pochi siti si avvalgono esclusivamente della SEO white hat pura.

SEO Black Hat: il lato oscuro della forza?

Per quanto riguarda la SEO black hat, essa consiste nell’usare tecniche proibite dai motori di ricerca. Ma questo significa che queste tecniche sono da mettere al bando?

Non necessariamente. Google ha messo a punto una lista di regole per i webmaster che raggruppa le tecniche il cui uso è proibito per meglio posizionarsi sui motori di ricerca. Se si rispetta questa lista non si rientrerà nel girone della SEO black hat, e resterete così sotto i “riflettori” di Google. Ciononostante, il cursore di apprezzamenti per definire se una tecnica è white o black non è totalmente privo di sfumature. La frontiera tra SEO white, grey o black hat è mobile e soggettiva. Il colore di una tecnica deriva spesso dal modo in cui si mette in pratica.

Ciononostante, se si desidera giocare il ruolo di allievi indisciplinati senza farsi sorprendere dal professor Google, è importante padroneggiare quello che si fa. Gli update degli algoritmi di Google infatti, come Penguin, puntano a penalizzare i siti che non si conformano alle regole per i webmaster, regole editate da Google.

La SEO black hat è un insieme di tecniche non approvate da Google, il rischio è quindi di essere penalizzati e di perdere posizioni nella SERP o peggio ancora di essere direttamente tolti dall’indicizzazione dei motori di ricerca. Restando consapevoli dei rischi , è necessario quindi essere prudenti e di utilizzare queste tecniche in modo intelligente e parsimonioso.

La SEO black hat ha una pessima reputazione dovuta in parte al fatto che la maggior parte delle tecniche di questo tipo sono utilizzate in modo amatoriale o senza metodo. È più probabile che Google scopra l’uso di queste tecniche se sono usate in modo vistoso da parte di un sito che non possiede ancora molta autorità SEO. L’acquisto di backlink o l’uso di spun content sarà allora molto più evidente, soprattutto se la strategia SEO di un sito si appoggia principalmente su tecniche di black hat SEO.


Fonte Search Engine Watch

Una storia di credenze e opinioni

Nei luoghi autorizzati del posizionamento naturale, i professionisti discutono spesso di ciò che è nero o bianco. Tali opinioni sono multeplici e basate su esperienze oggettive e soggettive che nutrono numerose credenze quando si tratta di classificare tale pratica in quella o quell’altra tassonomia. Per esempio, numerosi sono coloro che credono che quando la SEO è fatta a mano, artigianalmente possiamo dire, è senza dubbio white hat.
Temiamo e spesso crediamo che l’automazione dei compiti sia black hat.

Tuttavia, è possibile automatizzare un’attività per risparmiare tempo e produttività senza perdere in qualità.
Pertanto, la creazione di 10 tag analytic in una volta sola permette di risparmiare tempo, rispetto al farlo manualmente ad ogni creazione di blog/sito. Ci sono anche strumenti e software in grado di far risparmiare tempo prezioso quando dobbiamo ottimizzare reindirizzamenti 301, 404, collegamenti interni, ecc.

Buone abitudini

Tutta l’arte della SEO sta nel sapere come mescolare le diverse tecniche e usarle in modo pertinente. La SEO black hat, sebbene non approvata ufficialmente da Google, consente di ottenere risultati più rapidi, mentre il white hat mostrerà risultati sul lungo termine più duraturi. Si tratta quindi di imparare a qualificare l’uso di queste tecniche in base alle proprie esigenze e nei limiti delle proprie capacità. Questo è ancora più importante se affidi la tua SEO a un professionista, assicurati di sapere se è orientato lato oscuro o se è come Gandalf il Bianco… oppure il Grigio!

 
E tu? Sei piuttosto SEO white hat o black, o un po’ di tutte e due? Secondo te è giusto demonizzare la Seo black hat?